Riattivazione dell’Abbiatense: una rete a supporto delle persone in cerca di lavoro

È partito “Riattivazione dell’Abbiatense”, l’innovativo progetto ideato dalle Acli abbiatensi per offrire un supporto concreto alle persone che incontrano difficoltà a (ri)collocarsi nel modo del lavoro, con l’inaugurazione ufficiale della sede delle attività del progetto, al civico 3 di via Curioni, nei locali messi a disposizione dalla parrocchia di San Pietro.

Un’occasione per riunire i rappresentanti delle varie realtà coinvolte nell’iniziativa: oltre che dalle Acli, il progetto è infatti promosso dalla cooperativa sociale Atticus (cui è affidata la gestione operativa) e dalla Fondazione Luigi Clerici (che porta la sua esperienza nell’ambito della formazione professionale), e vede il sostegno del Piano di Zona dell’Ambito dell’Abbiatense, nonché di diverse associazioni del terzo settore. All’evento erano presenti anche rappresentanti dei Comuni, delle associazioni di categoria e dei sindacati, a indicare l’attenzione che tanto le istituzioni quanto il mondo del lavoro riservano al progetto.
“Riattivazione dell’Abbiatense”, realizzato grazie a un contributo di 5.000 euro della Fondazione a valere sul Bando 2019/1, si rivolgerà a un centinaio di utenti e svilupperà le sue attività nell’arco di pochi mesi, terminando all’inizio del 2020. Ma già si sta pensando a come trovare le risorse per continuare in futuro, magari ampliando gli orizzonti. Per esempio organizzando corsi di formazione o addirittura creando una vera e propria agenzia di lavoro. Obiettivi ambiziosi e futuribili ma che potrebbero essere a portata di mano, se si riuscirà a instaurare una collaborazione stabile e continuativa tra tutti i soggetti locali interessati al tema del lavoro. E i primi passi in questa direzione sono già stati compiuti. Se numerose sono le realtà del terzo settore che guardano con favore al progetto (fra quelle contattate figurano Caritas, La Cometa, La Tribù, Lule, Paroikia…), lo stesso vale per i Comuni del distretto, che stano partecipando attivamente attraverso l’Ufficio di Piano. Una collaborazione che è uno di punti di forza dell’iniziativa.

“Riattivazione dell’Abbiatense” interessa i 14 comuni dell’Abbiatense e si rivolge alle persone che incontrano difficoltà a trovare un’occupazione per motivi tanto oggettivi (ostacoli burocratici, funzionamento non ottimale dei centri per l’impiego) quanto soggettivi (fragilità personali, sfiducia nelle proprie capacità dovute a una precedente infruttuosa ricerca di lavoro). Non si tratta di un progetto “aperto al pubblico”, nel senso che non c’è uno sportello cui rivolgersi per iscriversi: potendo coinvolgere un numero limitato di persone, un centinaio al massimo, l’utenza viene infatti segnalata dalle realtà che partecipano all’iniziativa, tra cui, oltre alle Acli, numerose associazioni del terzo settore, ma anche i Comuni del distretto, attraverso il Piano di Zona.L’iniziativa utilizza diversi strumenti al fine di rendere più efficace la ricerca di un nuovo impiego: accoglienza e orientamento, attivazione di percorsi formativi, inserimento lavorativo.
Due i principali servizi offerti: il primo, iniziato il 24 settembre, consiste in un colloquio di accoglienza approfondito, nel quale alcuni esperti valutano le caratteristiche individuali, le competenze e le capacità professionali di ciascuno. Nel corso del colloquio vengono anche fornite indicazioni per rendere efficace la ricerca di un nuovo impiego e si valuta l’interesse dei singoli utenti a partecipare al secondo servizio offerto dal progetto. Servizio che prevede incontri di riattivazione e orientamento con psicologi del lavoro: un ciclo di sei incontri, ciascuno della durata di due ore, che coinvolgeranno gruppi di 10-12 persone e che termineranno a gennaio o febbraio 2020, con l’obiettivo di rimotivare le persone a cercare un’occupazione, insegnando loro al contempo tutte le tecniche che possono rivelarsi efficaci nel raggiungere lo scopo. Aspetti di ordine sia motivazionale sia pratico, in quanto spesso lo stato di disoccupazione è associato a entrambi: da un lato, una comprensibile preoccupazione che spesso genera sfiducia in sé stessi e nelle reali opportunità di trovare un nuovo impiego; dall’altro, l’insufficiente conoscenza dei meccanismi che regolano il mercato del lavoro.

Alla serata di inaugurazione ha portato il saluto della Fondazione la consigliera d’amministrazione Maura Restelli

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